
La notte è colei che inviolabile e perpetua riceve la mia poesia. Apri se puoi gli occhi al fanciullo che nasce, vive e si nutre della terra e d’inferno. Vengo a te mia sposa, sono io che porto di amor le mie ossa. Son io che come un rapace, m’impiumo di lamenti e del mio struggente richiamo, dal ciel e da l’inferno, si serva l’ombra del mio canto, per annullare questa fiamma che al dolce dolore versai, come piombo rovente nel cuore.